20/02/2016, Grotta di Monte Cucco.
Come di consueto la squadra del GSCAIPG si compatta alla pasticceria di Sigillo intorno alle 9, Direzione Grotta di Monte Cucco. Ormai siamo di casa e il barista,che sa dove stiamo andando, ci prepara al fatto che troveremo la neve al monte.
Non ci scoraggiamo, e riusciamo a parcheggiare come per tutto l’inverno al solito parcheggio di pian dei cavalli.
Un soffice strato di neve fresca di qualche centimetro ha coperto tutto il monte, lasciando le nostre tracce ben evidenti sul sentiero; oltre alle nostre solo quelle di due piccoli animali, probabilmete una lepre ed una volpe.
Ci cambiamo difronte al cancello della grotta e nonostante la neve, non cè vento e ci godiamo a pieno il panorama delle nuvole che sbattono sul monte a modo di rampa, mentre la visuale verso il mare resta libera.
Si decide di dividerci in 2 squadre: Matteo e Lorenzo andranno ad armare la risalita che porta alla galleria delle docce, mentre Stefano, Lucia e Nadia rileveranno le gallerie terminali mancanti della Burella per poi raggiungere con il rilievo gli altri 2 alle docce.
Mentre sulla Burella cerchiamo i caposaldi più vicini al punto da rilevare, l’attento Stefano sente arrivare qualcuno: Astigo (Pino Antonini) alle nostre spalle che in solitaria si dirige verso la zona del cucco libero.
Non sembra avere molta fretta e ci dilunghiamo in chiacchiere con lui che è molto interessato al nostro modo di vedere la grotta e di confrontarlo con il suo modo di vedere. Molte le domande da parte sua relativamente alla zona del cucco libero, molte le domande da parte nostra sulle zone vecchia della grotta dove vorremmo portare il rilievo.
Senza dilungarsi troppo i 3 rilevatori iniziano a mappare mentre Matteo usa Lorenzo da scaletta umana per la partenza in risalita. In rapidità, utilizzando 3 fix esistenti e 4 nuovi si arma il primo saltino ed il resto dello scivolone con tutti i 60 mt di corda portati più uno spezzone recuperato strada facendo.
Mentre si sta terminando l’armo sommitale della galleria da sotto le voci dei veloci rilevatori che stanno salendo accompagnando il laser in questa zona piuttosto umida. L’assordante rumore dell’acqua è evidente da parecchi metri e ci prepara all’incontro con un torrente che però resta nascosto su un meandro che corre alla base della grossa galleria, accessibile da un buchetto non troppo largo dove l’acqua fa da padrona riversandoci copiosamente costanti litri di liquido.
La nostra attenzione viene completamente catturata poco più in alto dalle docce. Non ce altro modo di poterle chiamare se non docce. A circa 40 cm una dall’altra ci sono 2 concrezioni attaccate sulla volta della condotta, che in quel punto è di circa 1 mt. Ognuna delle 2 docce è quasi piatta alla base e larga circa 20 cm, si intravede l’interno poroso e l’effetto è di uno spettacolare inimmaginabile. Come se qualcuno avesse lasciato l’acqua aperta, dalle docce escono circa 7/8 fili di acqua regolari e costanti che richiamano in tutto e per tutto la cipolla di una doccia di casa.
Dedicate le giuste attenzione all’attrazione della giornata, torniamo a rilevare la parte più in alto della galleria che in questo punto, da maestosa si trasforma in condotte non troppo comode. Le quote rosa del gruppo procedono davanti in ispezione, mentre dietro i rilevatori procedono con battute rapide e precise. Terminiamo così il rilievo di questa ulteriore zona. Tornando indietro ci fermiamo di nuovo sopra il torrente e cerchiamo di vederci più chiaro; Matteo sacrifica i suoi indumenti ancora semi asciutti per riuscire a girare un filmato all’interno del meandro attivo sottostante, oltre la piccola cascata che ne impedisce l’accesso.
Riteniamo per il momento conclusi i lavori in quella zona, almeno fino alla stagione asciutta, quindi disarmando il tutto per riportare i materiali utilizzati.
Riemergiamo in superficie alle 20. Come sempre uscendo l’aria ha un odore molto particolare, acre e che ricorda qualcosa di marcio, ma la sensazione è molto breve e presto ci si abitua a respirare quello che ce.
La neve si è sciolta sul sentiero e torniamo alle macchine a luce spenta; il cielo sereno e la luna praticamente piena fanno da guida sul monte. Prenotiamo al villa Anita e quando arriviamo troviamo il locale strapieno di gente ma con il nostro tavolo disponibile di fronte al fantastico karaoke ad un volume molto deciso.