17/01/2016, Grotta del Chiocchio
Siamo partite di buon ora io e Lucia dal Bella Napoli. Direzione Chiocchio, per me la prima volta. Li sul posto ad aspettarci troviamo Claudia e Rudy.
I miei compagni mi avvertono, oggi in grotta ci sarà tanta acqua…. pazienza mi bagnerò un po’.
L’avvicinamento è davvero breve, una piacevole sorpresa, nemmeno cinque minuti e siamo all’ingresso della grotta.
Per prima entra Lucia, dopo Claudia, terza io e Rudy a chiudere la fila.
Scendiamo velocemente il primo tratto, arriviamo alle strettoie, già si notano le prime pozze d’acqua, il che a quanto pare ci preannuncia che la grotta è piena d’acqua.
Claudia mi fa notare l’insolita forma squadrata di una strettoia , guardo meravigliata ma poi mi dimentico di chiederle una spiegazione, mi rendo conto a posteriori che sono troppo concentrata sulla progressione e a volte dimentico di guardarmi intorno spero che una volta acquisita l’esperienza riuscirò a godermi appieno la bellezza di questi luoghi. Ed ecco qui la magnifica cascata bianca, mi soffermò ad ammirarla per qualche secondo e poi procediamo. Mentre continuiamo a scendere Lucia mi indica un breve tratto di corda, da li si accede ai laghetti, decidiamo di vederli al ritorno. Arriviamo al pozzo del panino, Lucia nota che la corda è molto rovinata ed insieme a gli altri decide che è più sicuro armare un’altra via. Procede con l’armo , io cerco di osservare e riconosco qualche nodo.
Scendiamo il pozzo evitando l’acqua che scorre copiosa alle nostre spalle, e andiamo avanti. Arriviamo al pozzo Alberta, anche qui la corda non è il massimo, Rudy la osserva e decide che è abbastanza sicura da permetterci di procedere.
Lucia si informa su come sto e se ancora mi sento di procedere. Io mi sento bene, e scendiamo l’ennesimo pozzo. L’acqua aumenta, scendiamo anche il primo tratto del Novello. Ci affacciamo dal terrazzino.
Wow che vista meravigliosa. A sinistra noto un tratto di parete molto frastagliata. Sotto di noi si apre un grande salone, bellissimo. L’acqua scorre veloce , ormai è una cascata. In fondo si è formata una grande pozza, scendere equivale a farci un bagno completo. Decidiamo che non è il caso di proseguire.
Intanto il mio stomaco brontola, propongo di fermarci per mangiare qualche cosa.
Lucia consiglia di fermarci più su al Panino dove l’ambiente è più asciutto. Per me non ci sono problemi ad aspettare, quindi iniziamo la risalita. Lucia sale per prima ed in un attimo è già in cima al pozzo. Io attacco croll e maniglia e comincio a salire a metà corda sono già stanca , inizio ad avere giramenti di testa ed ho la nausea faticosamente arrivo in cima. La nausea e giramenti di testa non accennano a diminuire sono stata poco accorta, se il mio stomaco brontolava significa che avevo bisogno di cibo e non mangiare equivale ad non avere l’energia necessaria per continuare.
In cima al pozzo ci fermiamo ed io mangio qualcosa, mi sembra di aver recuperato un pò di energia ma a metà risalita del pozzo Alberta sono già sfiancata. L’entusiasmo scema e piano piano entro in paranoia.
Penso a quanto sto impiegando per risalire, penso ai miei compagni bagnati fradici e quanto li sto mettendo a disagio, l’acqua scende forte cerco di guardare in alto ma non riesco. Più penso di essere lenta e più diventa difficile la risalita.
Stringo i denti ed arrivo in cima ma il pensiero di aver un altro pozzo da risalire a questo punto mi angoscia.
Mi scuso mille volte con i miei compagni, loro mi rassicurano che non ho nulla di cui scusarmi …
OK sta diventando un racconto deprimente, ho condiviso parte dello stato d’animo che avevo in quel momento, ma per me non è stata assolutamente un’esperienza negativa piuttosto un’importante lezione .
Appena ripreso lucidità ho analizzato la situazione e mi sono subito resa conto degli errori commessi, ho perso la concentrazione e mi sono lasciata influenzare dal mio stato d’animo, ho preteso di avere lo stesso ritmo dei miei compagni di anni più esperti di me e molto più allenati, non ho mangiato quando dovevo e non mi sono riposata quanto avrei dovuto, non ho ascoltato i chiari segnali che mi mandava il mio corpo e questo ha fatto si che la situazione peggiorasse.
I miei compagni erano li a mia completa disposizione, ed io invece ho avuto fretta…..
….Siamo quasi fuori dalla grotta.
Già si sente l’aria fredda.
Usciamo , un velo di neve ricopre il sentiero , a destra il sole tramonta e a sinistra la luna sorge , che magnifico scenario!!! Mi si riempe il cuore!!!
Starei qui per ore a contemplare ma sono zuppa d’acqua e devo cambiarmi in fretta.
Non è semplice cambiarsi, il corpo bagnato a contatto con l’aria gelida ha perso quasi sensibilità, ma non importa adoro l’inverno e basta rientrare in auto che tutto passa.
Ci dirigiamo a casa di Claudia.
La casa si trova in un piccolo paesino arroccato sui monti di Spoleto. Il panorama è molto suggestivo.
Si apre la porta e ad accoglierci oltre i familiari i suoi cani che ci riempiono di feste.
Il camino acceso, una tazza di the caldo tra le mani ottimi dolci fatti in casa “pampepato” e “panpolenta” …sono in uno stato di grazia !!! 🙂
È incredibile come si apprezzino di più le piccole cose dopo una dura giornata di grotta, e Lucia aggiunge “ti accorgi anche di quanto sia bello indossare un paio di calze asciutte” …proprio vero!!!
Indugiamo ancora un pò in chiacchiere, ma è tempo di andare .
Dobbiamo tornare in sede perché c’è da festeggiare non uno ma ben quattro compleanni Rita Luca Francesco e Claudia.
Ebbene questa uscita era un escamotage per tenere Claudia lontano dal gruppo, perché gli altri in particolare Erica ed Alessandra potessero prepararle una sorpresa, che è riuscita alla grande.
Sono a tavola a festeggiare, guardo le facce sorridenti dei miei amici e penso a quanto sia fortunata ad averli conosciuti e a poter vivere tutte le emozioni che mi trasmette l’andare in grotta.
Leonida