26-27/12/2015, Grotta di Monte Cucco.
Siamo nel bel mezzo delle feste natalizie ma la voglia di chiudere questo 2015 con una possibile esplorazione è tanta, ormai è dal 09/08/2014 data della scoperta che la curiosità mi assale e l’immagine di quella fessura alla base del pozzo Bianco Rosso è ben stampata nella mia mente, un po’ meno in quella di Lorenzo che se lo ricorda come un posto scomodo e stretto con scarse possibilità di prosecuzione. In effetti quando lo avevamo scoperto mi aveva dato la sensazione che potesse congiungere con le risalite che portano in Sala Agnese ma dopo aver realizzato poco tempo fa il rilievo di questa porzione di grotta tutti e due ci convinciamo che vale la pena dedicare del tempo anche in questa zona.
Partiamo sabato 26 dopo un lungo pranzo con i parenti bello pesante, alle 19:30 siamo in grotta, in 3 ore arriviamo al pozzo Bianco Rosso dopo una sosta in Sala Agnese per un brodo caldo e il recupero di tutto il materiale necessario (trapano, sacca d’armo, attacchi, corde, mazzetta, scalpello e tutto il necessario per allargare la strettoia) formando un sacco che spiomba. Lungo il percorso mi volevo far carico anche di una corda da 27mt che andava disarmata ma Lorenzo mi dice che tanto non sarebbe servita perché il suo pessimismo diceva che tanto il pozzo avrebbe chiuso. A malincuore gli do retta e ci mettiamo subito al lavoro per allargare la strettoia, stacchiamo un sasso grosso come un bambino, a fatica ne riduciamo le dimensioni e lo facciamo scivolare da una parte togliendolo dal bordo del pozzo, adesso ci si passa, Lorenzo arma e scende con la corda avanzata del Bianco Rosso che ben presto finisce, giuntiamo uno spezzone che ci siamo portati e arriviamo precisi alla base del primo pozzo come se sapevamo già quanta corda servisse. Naturalmente mentre avanziamo portiamo avanti anche il rilievo, fondamentale una volta che saremo a casa per capire la direzione e dove questo nuovo angolo di grotta ci sta portando. Proseguiamo e scendiamo anche il secondo pozzo, io dall’alto euforico cerco di capire cosa vede Lorenzo che cerca di placare le mie aspettative dicendo che prosegue ma che tanto si infogna, alla base del pozzo ritroviamo l’acqua, ora il problema è la corda che non basta per scendere il nuovo pozzetto che si apre sotto i nostri piedi, prendiamo l’ultimo spezzone rimasto, altra giunzione di corda e altro passaggio del nodo e giù diretti fino in fondo senza frazionamenti visto che anche questa volta la corda è precisa al centimetro. Ora ci troviamo davanti una fessura bella stretta ma siamo armati fino ai denti e con due colpi assestati bene e un bel lavoro di rifinitura con mazzetta e scalpello rendiamo praticabile il passaggio, mi faccio avanti io da buon fessurista come mi definisce Lorenzo ed inizio il passaggio al limite del praticabile visto che sono in libera, con qualche difficoltà e appigli che mi si staccano da sotto le mani, passo e arrivo su un terrazzino, qui mi devo arrendere un nuovo pozzo di 8 metri abbastanza largo si apre davanti a me, in fondo il meandro che riprende la sua corsa verso l’ignoto. Se solo avessi smontato quella corda, peccato sarà per la prossima volta, sistemiamo tutto qualche foto e torniamo in Sala Agnese alle 05:00 siamo nei sacchi a pelo. Dormiamo sei ore e poi si riparte ma questa volta per uscire, al Baratro ci fermiamo per raccontare dell’uscita ai sei nostri compagni di avventure diretti al Saracco poi riprendiamo la nostra marcia, alle 15:30 siamo fuori dalla grotta con una giornata estiva. Sosta di rito al Villa Anita e si torna a casa pronti per vedere i risultati del rilievo fatto.
Matteo