Ritorno in grotta

04/03/2019, Grotta di Monte Cucco

Era da tempo che volevo e “dovevo” tornare in grotta,  da quando il 9 Novembre scorso ho rimesso piede in pianta stabile in Italia (per chi ancora non lo sapesse, sono stato 11 Mesi in Camerun per lavoro), quindi facendo due conti veloci, non voglio dire che è un anno e mezzo, ma sicuramente  è più di un anno che non facevo una sgrottata degna di tale nome.

Venerdì sera contatto Matteo (Guiducci) chiedendogli se avessero organizzato qualcosa, e mi dice “si”, si va alla “Regione Italiana” a continuare il rilievo. Bene, penso io, è una zona non particolarmente distante ed impegnativa da raggiungere, ci può stare come ritorno alle “origini”. Chiedo ancora a Matteo, non essendo io mai stato in quella zona, se ci fosse presenza di acqua e lui tranquillamente mi risponde “NO, ma è molto fangosa, quindi ci si bagna lo stesso “, saremo Io, Matteo Guiducci, Francesco Spinelli e Lorenzo Brustenghi. Perfetto, appuntamento al Bar le Camille alle 8,30

Arrivato a Sigillo vedo schieramenti di mezzi del Soccorso Alpino, saluto i miei “compagni” della delegazione Umbra, che erano li per fare formazione Alpina e facciamo due chiacchiere con “Pino”, Istruttore della delegazione Marchigiana. Loro erano li per fare esercitazione in grotta, anche loro al Cucco, ma sarebbero andati in zone diverse dalle nostre, quindi non ci saremmo dati fastidio. Fortunatamente la “nostra” grotta è grandina, quindi si ha ampia scelta.

Via si parte per Pian di Monte, dove il parcheggio è bello gremito già di auto, sia di noi Speleo che di amanti della montagna che partono per fare vari giri in trekking. La giornata è calda e soleggiata, non c’è neanche vento, quindi prepariamo le nostre cose con calma, non con la solita fretta, quando d’improvviso……NOOOOOOOO!!!!! Mi accorgo di non aver preso la TUTA speleo. Partono le male parole, da parte mia rivolte a me stesso ovvio, cerco di vedere se ho qualcosa in sostituzione, ma andiamo nel fango, non ho nulla. I miei compagni di avventura mi guardano sconcertati e con qualche ghigno, ma si adoperano subito per vedere se avessero avuto valide alternative, nel mentre io dico, basta faccio una corsa a casa a prenderla, quando Lorenzo si presenta con un completo anti pioggia, pantalone e giacca, “se vuoi io ho questi, cosa decidi”. Dovevamo partire e dovevo prendere una decisione, la voglia di tornare in grotta era tanta che non ci avrei rinunciato per “cosi poco”, metto il completo nello zaino e via si parte.

Arrivati all’ingresso grotta siamo già belli accaldati, nonostante la presenza di neve ancora, decidiamo di vestirci li al sole godendoci il panorama. Poco prima di entrare iniziano ad arrivare anche i ragazzi del soccorso Marchigiano, e Pino, vedendo me vestito in quel modo, vi giuro che non ero un bello spettacolo, Speleologicamnte parlando ovvio, mi dice “vai con la tuta da moto oggi?? con un ghigno sarcastico in viso”. Si sembravo l’ultimo arrivato degli speleo inesperti ed inetti, “si ho dimenticato la tuta a casa” e lui “ma va bene, suderai un pò…col solito ghigno”. Li salutiamo e via giù per le scale.

Devo dire che è stato come un ritorno a casa. Avete presente quando in casa vostra vi muovete bene anche al buio, conoscendo tutti gli ostacoli, gli interruttori della luce, dove sono le porte…..ecco mi sentivo come a casa, ogni passo era un ritrovare, un rivedere, andavamo abbastanza spediti nella progressione, sia a piedi che in corda, ma i miei occhi guardavano, riconoscevano, le mie mani trovavano prese sulle rocce facilmente, come anche i miei piedi, erano li gli appigli, gli appoggi, e li li ho ritrovati, anche ad occhi chiusi.

Arrivati alla Regione Italiana, ci siamo divisi, Francesco e Matteo rilievo, io e Lorenzo armo per proseguire il rilievo laddove non eravamo mai stati, ed a dire la verità, dalle tracce, poca gente era stata. Per non stare fermo ci dividiamo, io armo in discesa mentre Lorenzo va in salita su una corda già esistente ma con vecchi moschettoni in lega da sostituire. Arrivato quasi in fondo al pozzo, Lorenzo mi raggiungere e gli dico che non basta corda, quindi lui torna indietro a penderne dell’altra ed io risalgo, ci diamo il cambio ed io lo aspetto. Purtroppo la mia TUTA non dava modo di traspirare quindi il mio sudore si freddava addosso e dopo 15/20 minuti che ero li fermo ad aspettare Lorenzo mi stava prendendo veramente freddo. Torna su, ci spostiamo di poche decine di metri dove c’era da ultimare una risalita, va Lorenzo ed io gli faccio sicura, ci raggiungono gli altri, loro vanno a rilevare quello che avevamo armato e noi, una volta ultimata la risalita, decidiamo di incamminarci verso l’uscita, mi stava prendendo freddo accidenti.

Poco prima dell’uscita, (a dire il vero al baratro) ci raggiungono gli altri due e tutti insieme ci incamminiamo all’uscita dove un leggero venticello ci ha accolti, poi alle macchine e per finire pizza al Villa Anita (io mi sono preso un carbonara, avevo fame).

Soddisfatto e felice del mio ritorno in grotta, stamani pensavo di stare peggio invece ho reagito veramente bene, certo qualche doloretto c’è, è normale. La decisione di andare in grotta senza TUTA speleo è stata ardua e ne ho pagato un po lo scotto, ma l’ho fatto conscio delle mie capacita e della mia conoscenza della grotta, non che sia un super eroe, ma ho semplicemente fatto una valutazione dell’ambiente e di me stesso, anche se ha avuto una percentuale maggiore nella decisione la voglia di tornare in grotta.

Rudy

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