22/12/2018, Grotta di Monte Cucco
Presenti: Michele Minelli, Salvatore Iannella, Roberto Pettirossi, Lorenzo Scialo sino all ingresso.
Ci ritroviamo alle Camille alle 9 e definiamo gli obbiettivi: raggiungere il salone Canin e dedicarsi e fare risalite oppure rivisitare il faglione della Cascata Bianca e recuperare delle corde da lasciare al Canin per il giorno dopo a Lorenzo Matteo e Spinelli e lo stesso Scialo’ che decide di rientrare all’indomani . Partiamo, il clima è alquanto avverso, 4° gradi e pioggia sottile, vento forte sul lato esposto a sudovest. Una carreggiata invasa dalla neve ci fa lasciare le auto all’ultimo tornante 30 min di cammino sotto il bivio per Val di Ranco.
L ultimo contatto con la civiltà ce lo abbiamo con lo sguardo dei due vigli urbani con la loro pandina chiusa a sandwich nella tormenta , bianco sopra e bianco sotto, il loro sguardo sembra dire “ma do’ annate con sto tempo” e noi sorridendo sempre senza parlare … “dentro fa’ sempre bello”.
Partiamo convinti di essere preparati al meglio per affrontare la lunga camminata nella pioggia “subdola” e vento forte e gelido, la salita si rivela da subito dura perché la pioggia e il vento non accennavano a diminuire e lungo il percorso la presenza della neve era sempre in aumento, finalmente dopo circa 2 ore di cammino raggiungiamo il versante coperto del Cucco, quindi il vento gelido diminuisce molto, in compenso la pioggia sottile è sempre intensa e la neve friabile aumenta di spessore, comunque il percorso da salita si fa pressoché piatto, ma vi assicuro che camminare su mezzo metro di neve cedevole è faticoso come camminare su una ripida salita, durante questo cammino mi accorgo piano piano che la pioggia comincia a fare breccia su i miei indumenti, comincio a sentire l’acqua sulla pelle delle gambe e sulle mani…ero solo all’inizio della giornata!
Finalmente arriviamo al cancello della turistica che si mostra parzialmente coperto dalla neve. Arriviamo alle 13:30 circa, dopo circa 3:30 di avvicinamento. Io ero felicissimo, gli altri era un pochino meno felici, forse perché erano più consapevoli di me di cosa ci aspettava. Roberto provvede ad aprire la botola che sta sopra il cancello entriamo, dopo aver chiuso la botola iniziamo a scendere le scale di ferro, arriviamo in fondo e ci sistemiamo in un’angolo riparato dalla copiosa acqua che cade giù dalle scale.
Cominciamo a prepararci, ci accorgiamo tutti di essere fradici, la pioggia aveva fatto un lavoro certosino si era infilata dentro i nostri sacchi gialli e aveva bagnato tutti i nostri abiti di ricambio. Io ho cominciato a battere i denti, per un’attimo ci siamo guardati come a dire ma dove andiamo? Forse è il caso di andare a casa a riscaldarci un po. Dopo qualche esitazione ci siamo vestiti ognuno con quello che aveva per iniziare la discesa. A quel punto Scialo si è reso conto che la cosa sarebbe andata per le lunghe e dopo aver fatto ulteriori valutazioni ha deciso di tornare indietro.
Iniziamo a scendere io, Salvatore e Roberto, prima di partire Roberto mi dice di lasciare il mio sacco e mi fornisce di un pantin, che si rivelerà utilissimo in risalita.
Dopo aver attraversato il salone Margherita praticamente di corsa abbiamo iniziato a scendere i rami sinistri del Baratro per poi arrivare alla galleria dei Barbari dove abbiamo trovato una bellissima cascata, sono rimasto affascinato dalle cascate che abbiamo incontrato lungo il percorso (il video allegato lo dimostra). Prendiamo la Burella per giungere poi alla galleria dell’Orco, una breve sosta per rifocillarci, intanto il freddo dell’ingresso era già un lontano ricordo, proseguiamo verso l’immenso e bellissimo salone Canin, chiamato anche campo base, perchè vi sono le tende con i sacchi a pelo e soprattutto una sorta di cucina da campo con dei semplici viveri, Roberto esperto del luogo ci invita a sederci e ci porge “i menù”, che prendete ragazzi thè caldo, caffe caldo o minestra calda? Non mi sembra vero, tutti optiamo per una bella minestra calda.
Dopo esserci rifocillati al meglio, Roberto dice: “ragazzi che si fa sono quasi le quattro del pomeriggio, prendiamo la strada di casa oppure puntiamo l’obbiettivo?”. Da “veri uomini”, forse anche un poco incoscienti, ma innamorati di questi luoghi, non esitiamo ad infilarci nei Cunicoli del Vento e giù velocissimi, arrivati infondo ai Cunicoli dove c’è il cartello “Regione Italiana” Roberto si attiva entrando in un’altro cunicolo a recuperare le corde che erano uno degli obbiettivi, le depositiamo in fondo ai cunicoli, le porteranno su Roberto e Salvatore fino al salone Canin.
Poco dopo iniziamo l’avvicinamento alla sala della Cascata Bianca, posto magnifico, giungiamo fino alla sala si va ancora oltre per raggiungere il posto a tutt’oggi non ancora rilevato dove vi sono delle bellissime formazioni multicolore (vedi foto), per scendere quel pozzo Roberto e Salvatore provvedono ad armare, Roberto mi dice di non scendere perchè infondo al pozzo vi è poco posto e non si prosegue, questo pozzo, ho compreso poi, è molto vicino ad Area 150. Dopo una breve esplorazione Roberto e Salvatore risalgono il pozzo.
A questo punto si inverte la marcia, non ricordo che ora era nel momento dell’inversione, ma come si dice: “si era fatta una certa…”.
Partiamo con l’intento di risalire velocemente, personalmente ero estasiato per quello che stavo vedendo passo dopo passo, ma anche la fatica cominciava a farsi sentire, iniziamo a risalire i Cunicoli del Vento, che a farli a scendere risulta abbastanza agevole, quando va bene si cammina a carponi, nel totale per oltre duecento metri. La risalita, io senza alcun zaino, Roberto e Salvatore con un sacco ciascuno pieno di corde “molto pesante”, è stata veramente impegnativa, nei cunicoli mi hanno salvato le “sante ginocchiere” che Roberto mi aveva consigliato di portare. Arrivati al Canin nuova pausa e al “Bar” del salone ci prendiamo un bel caffe caldo.
Mi sono reso conto che in questo luogo si concretizza la condivisione che caratterizza questa nostra passione, qui si trovano viveri che portano le persone che passano e pensano non solo al proprio necessario nutrimento, ma lasciano quello che può essere utile anche a chi verrà dopo, personalmente credo che questo nel mondo di oggi difficilmente si trova!
Lasciamo il campo base, lasciamo anche le corde che serviranno ai ragazzi che verranno qui il giorno dopo, cominciamo a percorrere al contrario la strada fatta per scendere. Roberto e Salvatore mi spiegano come si usa il pantin, mi è subito di grandissimo aiuto nella risalita. Il percorso dal Canin fino all’uscita risulta abbastanza agevole, anche se la fatica fisica si fa sentire, l’acqua da bere non manca e questo mi è di grande aiuto, arrivati al salone Margherita si riprende a correre fino infondo alle scale di ferro. L’acqua che scende dalle scale è sempre più copiosa, ci cambiamo, io ho tolto le cose bagnate che portavo per indossare le cose zuppe d’acqua che avevo l’asciato quando abbiamo iniziato la discesa, dopo aver raccolto lenostre cose.
(mi sono dimenticato di recuperare i guanti praticamente distrutti, nuovi all’ingresso, che volevo tenere come ricordo di questa prima uscita lunga, per favore se qualcuno torna li all’angolo riparato in fondo alle scale di ferro e trova dei guanti neri semi distrutti lo prego di raccoglierli, perchè ci terrei molto a riaverli).
Ci rimettiamo in cammino per tornare alle macchine, ognuno di noi sperava in cuor suo di trovare, all’uscita delle condizioni meteo più clementi. Arrivati in cima alle scale mi è comparso un sorriso spontaneo perchè mi sono accorto subito che non pioveva e anche il vento si era placato. riattivato il mio telefono mi sono arrivati un centinaio di messaggi Wup, li ho preso coscienza di aver fatto una grande caz…, avevo detto alla mia famiglia che sarei tornato tra le 20 e le 22, invece siamo usciti dalla grotta alle 01:30 circa, ho cercato subito di tranquillizzare tutti coloro che si erano preoccupati e poi abbiamo iniziato a incamminarci verso le nostre auto, la discesa è stata più agevole della salita, è molto più facile camminare sulla neve quando qualcuno ha tracciato il percorso.
La nostra magnifica esperienza in grotta si è conclusa intorno alle 3:30 del mattino di Domenica 23 Dicembre al solito Bar delle Camille, dove io , Roberto e Salvatore ci siamo congratulati tra noi per la bellissima uscita, contemporaneamente abbiamo fatto un’abbondante colazione prima di andarcene verso i nostri personali nuovi obbiettivi che la nostra passione per la Speleologia ci farà vivere.
Michele Minelli