11/07/2018, Grotta di Monte Cucco – Ramo Unabomber
Questa volta turno infrasettimanale un po come nel calcio, la mattina si lavora ed il pomeriggio si va in grotta e neanche a dirlo la meta è sempre il nostro amato Cucco.
Siamo in tre, Matteo, Francesco e Roberto che arriverà in ritardo (molto in ritardo) e ci raggiungerà in grotta. Partiamo dal Bella Napoli in due alle 14:50, alle 16:00 siamo davanti al cancello pronti x cambiarci ed entrare rapidi verso il ramo Unabomber. Con noi trapano e materiale da rilievo, il resto lo abbiamo già sul posto. Mentre scendiamo modifichiamo l’armo del secondo pozzo recuperando così la corda con la quale avevamo doppiato il tiro lasciando soltanto la vecchia.
Arrivati sopra la sala recuperiamo il sacco con il materiale e Francesco si arma un traverso sulla volta della sala. Le scorse volte avevamo notato una nicchia che poteva far sperare ad una prosecuzione. Purtroppo niente, il tutto si rivela soltanto un cumulo gigante di fango che staccandosi precipita nella sala provocando rumori inquietanti.
Smontato il traverso e risistemato il materiale nel sacco decidiamo di fare un po di rilievo, la scelta casca sull’attivo che risalendo dovrebbe intercettare un pozzo che porta dritti al vecchio fondo del Meandrino. Iniziamo il rilievo sempre in due dal momento che Roberto ancora non si vede partendo dal bollino fisso che avevamo lasciato con Lorenzo qualche settimana fa. Rileviamo tutto il pezzo di galleria fatto la prima volta con Roberto senza però arrivare a questo famigerato pozzo, anche questa volta il tempo passa inesorabile e l’orologio segna le 20:00, orario che ci eravamo prefissati per riprendere la via del ritorno. Riscendiamo alla sala dove troviamo Roberto appena arrivato, il suo tentativo di convincerci nel proseguire il giro viene sopraffatto dalla nostra ferma decisione di voler uscire e non fare troppo tardi.
Iniziamo cosi la risalita. Alle 22:30 siamo fuori per chiudere la serata con l’ottima pizza del Villa Anita, ringraziando particolarmente Luca per averci aspettato.
Matteo e Francesco
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