17/11/2017, Faggeto Tondo
Renegade e Roberto avevano già deciso di entrare venerdì notte direzione fondo della Chiavica, io invece mi unisco all’ultimo momento anche se l’obbiettivo non era molto chiaro. Ci vediamo alle 22:00 sotto casa di Renegade e partiamo alla volta del Cucco, è freschino con cielo stellato il che lascia ben sperare per l’avvicinamento ma una volta a Sigillo il Cucco si mostra per quello che è realmente, un mondo a parte, più si sale con la macchina meno si vede il termometro cala sempre più fino a 3°, il vento neanche a dirlo è di quelli che sposta anche i sassi. Ci siamo, cerchiamo le coordinate del Faggeto per non perderci con la fitta nebbia ma il telefono non collabora e si spegne, pazienza andremo a naso confidando nel nostro senso di orientamento. Sfruttiamo le potenti zebra di profondità che tagliano in due la nebbia dandoci qualche metro in più di visibilità sufficienti per arrivare in tranquillità all’ingesso della grotta. Sono le 01:00 quando finalmente entriamo e con sorpresa troviamo della cascatelle già nella prima condotta iniziale, armiamo il primo pozzo e scendiamo, l’acqua viene giù ovunque, non ci sono abituato a così tanto flusso idrico in questa grotta, non sembra neanche il Faggeto. Arriviamo sopra l’ingresso della Chiavica dove l’acqua è
ancora maggiore rinforzata da numerosi afflussi laterali e noi belli bagnati dopo poco più di 100m di grotta decidiamo che non è il caso di andare oltre ripiegando nella parte alta dove almeno è asciutta. Sulla prima risalita incuriosito da Renegade ci buttiamo sulla dx lato opposto della via classica, utilizzando una delle nostre corde inizialmente destinate al fondo, girelliamo un po controllando tutte le condotte che inesorabilmente chiudono. Godiamo della vista di alcuni grossi depositi di gesso bianchissimo rimasti tali grazie alla scarsa frequentazione degli sporchi speleo e la non presenza di corde fisse che conducano in questo angolo di grotta. Tale cosa in parte è un bene almeno si preserva tale bellezza dall’altra evidenzia come la maggior parte degli speleo sia come un branco di pecore, tutti sempre nella stessa direzione che le corde fisse ti impongono senza un minimo di spirito d’avventura e di scoperta che 10 metri di corda ti possono dare. Proseguiamo il nostro vagabondare fino alla seconda risalita, qui armiamo un pozzetto discendente che Renegade voleva mostrarci, lo seguiamo e mentre lui arma i frazionamenti vengo rapito da una forte corrente d’aria che arriva dalle mie spalle, mi giro e noto una stretta e fangosa galleria, guardo bene e decido di risparmiare la tuta e non sporcarla ma Roberto non la pensa come me e in breve sparisce nella condotta, richiamo Renegade e gli dico che dobbiamo seguire Roberto anche se la cosa non mi entusiasmi molto. Strisciando come vermi ci ritroviamo in una
galleria in salita che in breve ci conduce sopra la terza risalita, ecco spiegata la forte aria percepita, torniamo indietro e terminiamo la discesa del pozzetto controllando anche qui alcune condotte terminali. Ok basta cosi, risaliamo disarmando e poi tutti fuori. Notiamo che nel frattempo l’acqua nella condotta iniziale è calata, vuol dire che avevamo beccato la piena al nostro ingresso. Torniamo alle macchine con lo stesso clima dell’andata se non fosse che la temperatura si calata ulteriormente. Terminiamo la nottata in pasticceria e fare ritorno alle 07:00 a Perugia.
Matteo
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