12/08/2019 – Abisso W le donne
E’ fine giugno quando ci arriva l’invito da Fabio Bollini per prendere parte alla nuova spedizione che sta organizzando all’abisso W le Donne. L’idea è allettante e decidiamo di buttarci in questa avventura. Da Perugia saremo in due, Matteo e Lorenzo. Il tempo per i preparativi non è molto e ci mettiamo subito all’opera per reperire tutto il necessario, batterie per una settimana di permanenza, sacche stagne, attrezzatura personale e in particolar modo le mute stagne che andranno usate dopo campo due a -900 metri.
Non avendo avuto la possibilità di fare una pre-spedizione come gli altri il materiale da trasportare è veramente tanto e gli zaini una volta preparati peseranno intorno ai 25kg. E’ domenica 11 agosto e si parte alla volta del rifugio Cainallo (LC) dove avevamo appuntamento con il resto della squadra, ci facciamo circa sei ore di macchina durante le quali abbiamo la possibilità di progettare e confrontarci sulle future uscite che ci attenderanno nella grotta di casa nostra.
Arriviamo a destinazione circa 1 ora prima degli altri, terminiamo gli ultimi preparativi e decidiamo di avviarci con calma verso il rifugio Bogani dove passeremo la notte. Zaini in spalla ci facciamo 400m di dislivello sotto un cielo minaccioso che non promette nulla di buono il quale ci priva della visuale sulle creste che ci circondano. Finalmente arriviamo al rifugio in due ore circa dove attendiamo l’arrivo degli altri e scambiando quattro chiacchiere con il proprietario del rifugio ed uno speleologo della zona fino all’arrivo del resto della squadra, si cena e Fabio ci spiega come sarà organizzata la spedizione. La mattina si parte alla volta dell’ingresso di W le Donne con ulteriori 400m di dislivello, ancora una volta il cielo coperto non ci permette di godere appieno del panorama ma fortunatamente non piove. Arrivati all’ingresso ci si cambia e suddiviso il materiale si entra, Fabio ci dice di andare avanti fino a Campo 1 (-400m), la strada è semplice segnata praticamente sempre dal doppino telefonico quindi presi i nostri due pesanti sacchi personali ci facciamo carico anche di tre sacchi materiale che rispettivamente andranno uno a Campo 2 (-900m) e gli altri due a Campo 4 (-1200m) per un totale di cinque sacchi in due. Superata la prima parte un po più stretta sotto i nostri piedi si aprono una serie di verticali impressionanti una dietro l’altra, che rendono la progressione abbastanza veloce se non fosse per il peso che stiamo trasportando. Questa serie di verticali sembra non finire mai tanto che ad un tratto ci viene il sospetto che la strada non fosse giusta o che avessimo saltato il Campo 1 senza accorgercene. Poco dopo arriviamo da Utopia e li capiamo di essere sulla strada giusta e che manca poco a Campo 1 il quale raggiungiamo dopo aver superato un tratto in salita e scese ulteriori verticali. Arrivati al campo in attesa che anche gli altri tre ci raggiungono ci mettiamo dentro la tenda per non sentire troppo freddo. Nel frattempo quello che era un piccolo fastidio alla spalla sinistra accusato già dalla mattina va gradualmente aumentando complice lo sforzo nel trasportare il materiale, lo faccio presente a tutta la squadra e decido di valutare la situazione man mano che proseguiamo la nostra discesa. Ripartiamo da Campo 1 sempre con noi due che facciamo strada lungo brevi tratti di meandro e lunghi pozzi, a circa -500 il dolore alla spalla aumenta e ci fermiamo su un piccolo terrazzino in attesa di Fabio, Pamela e Nicolò. L’intenzione mia è quella di abbandonare per non rischiare troppo, la paura è che in risalita mi possa peggiorare, ma dopo una lunga discussione decidiamo di proseguire almeno fino a Campo 2 per lasciare li il materiale. Prima di partire posiamo tutto il nostro materiale personale che ci sarebbe servito per il proseguo dell’esplorazione cosi da alleggerire almeno i sacchi personali. Arrivati a Campo 2 ci buttiamo dentro le tende riscaldandoci con i fornelli e mangiando un piatto di tortellini in brodo, antidolorifico e sono già nel sacco a pelo. La mattina seguente si dorme fino a tardi visto che ormai la punta esplorativa è compromessa, spuntino e quando ormai è il primo pomeriggio di martedì 13 iniziamo la nostra risalita salutando Fabio, Pamela e Nicolò che resteranno in grotta per effettuare delle riprese nel Ramo del Cobra il giorno seguente. Risaliamo abbastanza agevolmente fino a -500 circa dove avevamo lasciato le nostre cose, da qui il sacco si fa sentire rallentando notevolmente la progressione. Verso le 18:00 arriviamo a Campo 1, cerchiamo di fare qualche calcolo se tentare di uscire subito oppure farci qualche ora di sonno prima di ripartire ma la stanchezza e l’idea di trasportare ancora quel macigno di sacco ci fa optare per qualche ora di riposo. Cosi ci buttiamo dentro la tenda spizzicando un po di cibo con l’unico intento di alleggerire il più possibile il sacco e lottando con il fornello a benzina che non ne vuole sapere di restare acceso. Ben presto saremo nel sacco a pelo per una bella dormita con sveglia alle 5:00. Sistemazione del Campo per lasciarlo in buone condizioni e si riparte, pedalata dopo pedalata arriviamo finalmente all’uscita alle 10:00 dove un bel sole ci accoglie e finalmente possiamo ammirare tutto il panorama che ci circonda. Ci cambiamo e una volta rimesso tutto nello zaino “non so come ci siamo riusciti” iniziamo la discesa fino al rifugio Bogani, pausa pranzo e si riparte fino alla macchina dove finalmente ci leviamo gli zaini di spalla e ci spariamo sei ore di macchina per essere a casa per l’ora di cena.
Matteo