01/04/2017, Grotta di Monte Cucco .
Ci siamo, dopo più di un anno si decide di tornare in Sala Agnese e fare un campo interno che da troppo tempo non facciamo.
Saremo in tre, Matteo e Lorenzo che entreranno la mattina mentre Roberto nel primo pomeriggio. La giornata è primaverile e finalmente i nevai hanno lasciato il posto alla nuova vegetazione, ultimi accordi con Roberto prima di entrare e si parte. Il passo è blando e proseguiamo senza fretta fino all’imbocco dei Cunicoli del Vento, qui ci fermiamo e guardando la targa in ricordo di Cristiano “era il compleanno” sentiamo due boati uno più forte dell’altro provenire dall’Infernaccio. Capiamo subito che si tratta di un terremoto anche se non avvertiamo nessuna vibrazione del terreno, rimaniamo per qualche secondo impietriti guardandoci a vicenda. In noi sale un grande dubbio, cosa facciamo? Proseguiamo con il programma oppure usciamo? La voglia è di proseguire, il buon senso dice di uscire. Non sappiamo di che entità fosse stata la scossa e neppure dove e visti anche gli avvenimenti dell’ultimo anno a malincuore diamo retta al buonsenso. Vorremmo evitare che se fosse stato un terremoto forte ci venissero a cercare magari togliendo persone utili in posti dove sarebbe servita la loro presenza. Rapidamente risaliamo fino all’uscita dove ci attacchiamo al telefono alla ricerca di notizie, ma niente nessuno sa di scosse forti nella fascia appenninica Umbro-Marchigiana. Rimaniamo perplessi, se non era un terremoto che diavolo erano quei boati pazzeschi provenienti dall’Infernaccio? Un crollo gigantesco? Alla fine è Valeria che ci svela il mistero, una piccola scossa di poco superiore al 2 con epicentro due chilometri a nord di Sigillo, in pratica sotto il nostro culo. Certi che ormai in grotta non rientriamo visto l’orario, torniamo alla macchina dove ci aspettava Roberto che non ci insulta ma poco ci manca. Lo convinciamo a fatica che ormai in grotta non entriamo e decidiamo di fare una camminata alla ricerca di qualche ingresso. Prendiamo il sentiero verso Faggeto Tondo per poi scendere giù dritto per dritto lungo il ripido pendio, oltrepassiamo la XY, Vipraro la Non C’è fino a delle paretine. Nel frattempo abbiamo chiesto a Stefano informazioni per trovare la risorgente fossile di Valle Orsara, che puntualmente ci invia il punto gps approssimativo. Iniziamo la discesa di queste paretine al limite del praticabile e già mi preoccupo su come faremo per risalire, giriamo parecchio e il punto che aveva Stefano non era preciso quindi iniziamo la ricerca della grotta trovando parecchi buchetti tutti pieni di terra, alla fine la ritroviamo e riprendiamo il punto, ci facciamo una girata dentro e si riparte cercando il modo di risalire lungo una piccola gola sfruttando i pochi alberi per contrastare la gravità. Alla fine siamo nuovamente sopra le paretine risalendo il ripido pendio, fino a Pian di Monte.
Roberto ci dirà che mai nessuno gli aveva fatto un pesce d’aprile ben riuscito come questo, io invece credo che sia stato il Cucco che lo abbia fatto a tutti e tre. O magari mi piace pensare che fosse stato un semplice saluto di Cristiano il giorno del Compleanno augurandoci buona esplorazione e noi che non lo abbiamo capito.
Matteo
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