10/07/2016, Grotta di Monte Cucco.
Consueto appuntamento al bar a Sigillo con Matteo, obiettivo proseguire con l’esplorazione del ramo del Gitzmo ‘Buon Viaggio Cri’ armato qualche settimana prima da Alfredo. La domenica precedente, insieme ad Alessandro, Lorenzo, Matteo, Nadia ed Erica, eravamo andati in esplorazione per quella che per noi era una nuova via.
Avevamo proseguito per quasi 300 m di rilievo, zona già battuta dai marchigiani. Ci aveva fermati, oltre la necessità di rientrare, una concrezione che ostruiva il passaggio di uno dei cunicoli che si trovava in una zona mai battuta sino ad allora, il cui varco era stato aperto da Lorenzo.
Cunicolo che insieme ad altri due presenti in quella zona, di cui dovevamo ultimare anche di essi l’esplorazione, ci lasciavano immaginare vie sconosciute che potessero ricollegarci ad altre zone del Cucco.
Pronti! Rifocillati ed entusiasti si parte, mentre fuori dal bar vediamo passare gli altri del gruppo diretti alla forra di Rio Freddo per la consueta uscita sociale.
Bella giornata estiva. Il Cucco ci regala scorci stupendi e, all’entrata della grotta, una inaspettata compagnia, per me ma anche per Matteo che da tempo frequenta la montagna: una capretta.
Entrati si procede spediti, con i miei tempi 🙂 , alla zona da esplorare.
Primo cunicolo da valutare quello dove avevamo trovato una corda in risaliva, sopra l’area inesplorata, messa probabilmente dai marchigiani. Sale Matteo che mi dice che non ci sono vie che proseguono.
Scendiamo e ci dirigiamo alla sottostante zona dove ci aspetta la concrezione che la settimana prima aveva fermato la progressione e che questa volta cede al cospetto delle convincenti “argomentazioni” di Matteo, lasciando spazio al nostro passaggio.
Vado avanti io. Chissà dove porterà? Cosa ci sarà? Come sarà dall’altra parte? Esaltante!
E intanto faccio i conti con la mia prima strettoia seria. Dall’altra parte si apre di fronte a me una zona sufficientemente ampia da stare in piedi ed un cunicolo in alto che ci fa nuovamente immaginare una nuova via. Matteo, che mi aveva raggiunto, va a verificare. Anche qui, purtroppo, nulla da fare, gli spazi si ristringono troppo.
Si ritorna indietro. Mai disperare, ci rimane ancora un cunicolo che si trova sotto una cascatina e che ci siamo lasciati per ultimo. Sale Matteo ed anche questa volta, a parte il suggestivo scorcio illuminato dalle torce, la via termina.
Avevamo sperato in un qualcosa di diverso, ma non avremmo saputo come si diramava la zona se non l’avessimo percorsa in tutte le parti che di fronte a noi, di volta in volta, si aprivano. L’esplorazione è stata sorprendente!
Si risale. All’uscita c’è ancora il sole e a Pian di Monte tanti che con il parapendio spiccano il volo. A ciascuno il Cucco sa regalare grandi emozioni.
La giornata non poteva che concludersi, per molti, al Villa Anita, quale che fosse stato il suo inizio: forra, grotta o ritorno dal propedeutico.
Alessandra – Matteo