28/02/2016, Grotta di Arma Pollera.
Grazie ad Emanuela del Gruppo speleologico piemontese vengo a sapere che una decina di giorni dopo potrei andare ad offrire manovalanza proprio a quelli che si impegnavano nello scavo ( quasi tutti della zona, quindi Liguri: Franco, Marco, Matteo e non ricordo altri nomi ). L’evento viene chiamato “Scava che si passa 2.0”; accetto al volo e mi ritrovo nella stessa grotta, altra zona, altra storia.
Il mia prima volta alle prese con uno scavo. E’ sicuro che l’acqua che passa da qua proceda dall’inghiottitoio di Pianmarino ed è anche sicuro che se al principio l’acqua era molta e spingeva, poi ha cominciato a diminuire e trasportare tonnellate di terra. Gli scavi vanno avanti da qualche anno, e ben presto mi accorgo che non è esattamente come quando facevo la buca in spiaggia a Santa Severa. In 6 ore di lavoro , con l’uso di carrucole per tirare su i secchi ed un carrellino nella parte piana riusciamo a fare 4-5 metri. Secchi e secchi di acqua e fango a non finire in uno spazio alquanto limitato. Ad un certo punto l’uomo di punta dice “acqua”! Purtroppo la pioggia dei giorni precedenti ha innalzato il livello di quest’ultima che ora quindi blocca il passaggio. Sarà per un altra volta! usciamo , mangiamo , ci si conosce meglio anche se dall’aspetto siamo tutti uguali, marroni da cima a piedi, i capelli di Emanuela sono dei dreadlock di fango, io mi sento il fango anche dentro le mutande, e non credo possa essere altro.
Esperienza molto bella. Ringrazio tutti e dopo un birretta al bellissimo paese di Borgofinale me ne torno in Piemonte riconoscente per avermi reso partecipe. Un ringraziamento particolare a Marco per il passaggio e le belle chiacchierate.
Fabrizio
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