Siamo in 4 a Pian di monte: Lorenzo Brustenghi, Stefano Romani, Luca Bussolati e Lucia Urbani. Tra trapani, kit rilievo, kit scavi, sacchi a pelo e vivande siamo tutti messi a dura prova dal trasporto di sacchi voluminosi e piuttosto pesanti.
Una volta cambiati lavoriamo fino a circa le 21,30 alla sistemazione del tubo in modo che abbassi automaticamente l’acqua dei laghetti terni agevolando i successivi passaggi. Stefano decide di testare la freschezza e la profondità dell’acqua entrando a bagno fino all’ombelico, personalmente sarei tornato a casa, a lui nemmeno gli è balenata l’idea. Abbandonerà il trapano alla galleria dell’orco, perchè, dopo il bagnetto, non da segni di vita.
Rinviamo il programma della serata di finire di rilevare il Pozzo Torino e dopo aver mangiato qualcosa di caldo ci infiliamo nei sacchi a pelo dopo mezzanotte.
Alle 5 del mattino in un misto tra sogno e realtà sentiamo arrivare Renegade (nome in codice Stefano Cecchetti) e Alfredo Cozzi Lepri, che più o meno silenziosamente entrano nelle tende per dormire qualche ora.
Resteremo tutti sopiti silenziosamente nei sacchi a pelo fino al successivo arrivo di Francesco Spinelli e Matteo Guiducci intorno alle 10 di Sabato mattina. Ora siamo al completo e con la classica lentezza che caratterizza i risvegli ci organizziamo.
Ci dedichiamo tutti insieme all’installazione della nuova tubazione che porta acqua in quantità spropositata (circa 20l/min testati con tanica in plastica) al campo piazzato ormai da anni al Canin.
Tubazione, staffe e rubinetto offerti e assemblati da Renegade e Alfredo. Prima di separarci ci diamo come orario di ritorno al Canin le 18,30.
Poco prima di mezzogiorno la prima squadra di rilievo composta da Stefano, Francesco e Luca si inabissa nei cunicoli del vento. Subito dietro si avvia la seconda squadra di rilievo composta da Lorenzo e Matteo e ultima ma non meno importante parte la squadra disostruzione composta da Renegade, Alfredo, Lucia e la Pala (nome in codice pala da giardinaggio professionale) di circa 1,5 m e il trapano Hilti da 36 V di Urbanelli.
Le 2 squadre di rilievo si ricompattano e dopo aver posizionato il caposaldo comune ognuno per la sua strada; la prima rileva circa 150 m dell’Area 150 mentre la seconda, tardando più di 2 ore all’appuntamento di rientro, esegue circa 200 m di rilievo verso Il Fondo dei Briganti nella zona fratelli D’Italia.
Il rumore del trapano che gira alle strettoie dei cunicoli del vento è ben udibile dalla sala della cascata bianca ed anche le comunicazioni radio sono ben distinte ma non appena ci spostiamo sotto la cascata ed imbocchiamo la via verso il fondo sia i rumori che la radio smettono di sentirsi.
Verso il Fondo dei Briganti, dopo un breve tratto nella parte attiva, si sale lungo un fangoso tubo fossile; portiamo avanti il rilevo fino a che non ci rendiamo conto che è tardi e che non abbiamo più maglie rapide da sostituire ai moschettoni in alluminio con cui sono armati diversi tiri di corda.
Alle 20 e 30 siamo tutti al Canin mentre Francesco e Renegade stanno già risalendo per la strada di casa. Chef Luca ci prepara vivande calde in abbondanza che ci riscaldano il corpo e la mente. Lucia va a letto mentre Luca, Alfredo e Stefano iniziano il rilevo di una condotta sotto la cascata del Salone Canin e Lorenzo e Matteo vanno ad ispezionare una strettoia situata nella “prima” parte dei cunicoli del vento…..Matteo oltrepassa la strettoia che però non dimostra essere proprio interessantissima, torniamo quindi indietro ed aiutiamo Stefano con il rilievo, mentre Luca ed Alfredo vanno a letto.
Proseguiamo per circa 160m con il rilievo, lungo una galleria che inizialmente è ampia, poi si restringe per tornare di nuovo ampia e parecchio fangosa……è evidente che siamo entrati nella Regione Italiana. Ci fermiamo con il rilevo e percorriamo le ampie condotte intervallate da passaggi bassi e fangosi che contraddistinguono la labirintica zona della Regione Italiana. Stefano riconosce quei luoghi e facciamo il giro fino a tornare all’imbocco dell’infernaccio. La zona è evidentemente molto, molto ampia e sarà necessario dedicare tempo e persone per dare una degna restituzione grafica dell’affascinante luogo.
Tornati al Salone Canin, dopo aver messo sotto carica alcune attrezzature da rilievo, ci infiliamo nei sacchi a pelo e dormiamo fino alle 8,40 della domenica mattina.
Facciamo colazione, prepariamo i sacchi per il rientro, ci appuntiamo il cibo e imateriali che abbandoniamo e ci dividiamo di nuovo in squadre. Stefano, Alfredo e Lucia si avviano verso l’uscita mentre Lorenzo, Matteo e Luca terminano il rilievo dell’ultima parte sommitale del pozzo Torino. Risaliamo, disarmiamo, sistemiamo la corda in un sacco e lo nascondiamo, ci carichiamo gli attacchi e usciamo anche noi.
Al Pozzo Perugia siamo di nuovo tutti insieme e ad accoglierci troviamo anche Massimo Minna (l’uomo acetilene), Francesco Macchioni e Nadia Trequattrini.
Usciamo alle 16 di domenica 21/06/2015 dopo oltre 40 ore di grotta consecutiva. La giornata è così limpida che si vede nettamente il mare e le barche nell’adriatico….addirittura (forse allucinazione) anche le coste di fronte. Rientriamo nella vita terrestre tra gli occhi sgranati dei passeggiatori sorpresi dalle nostre condizioni; a fatica teniamo aperti i nostri per il forte sole, ma felici dei molteplici obbiettivi raggiunti.
Nonostante non ci sia stata una partecipazione in massa siamo riusciti a raggiungere parecchi traguardi sicuramente grazie alla collaborazione di ogni singolo per il raggiungimento di obbiettivi comuni che solo un cieco può non voler vedere.
Lorenzo